Studio Oggetto - Videotel (1989)
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Titolo:
Studio Oggetto - Videotel
Autore:
Tommaso Tozzi
Anno:
1989
Tecnica:
Videotel (SIP) e Computer art realizzata tramite computer Amiga 500
Luogo:
Galleria Studio Oggetto, Milano
Sito web:
Descrizione:
In occasione della sua mostra personale alla galleria Studio Oggetto di Milano, Tommaso Tozzi realizza tre diverse operazioni:
- presenta una collezione di opere d'arte degli anni Sessanta e Settanta tra cui Hans Haacke, Giuseppe Chiari e altri.
- mette a disposizione del pubblico un terminale Videotel offerto dalla società dei telefoni SIP (quella che oggi si chiama Telecom) per scrivere e scambiare messaggi in forum e chat tramite tastiera, monitor e modem integrato.
- promuove l'evento attraverso una pubblicità realizzata al computer esposta nella vetrina della galleria e che in realtà contiene delle scritte subliminali tipo "Ribellati!" o altro. Le scritte videoregistrate venivano fatte scorrere su un monitor volutamente presentandosi al pubblico come la pubblicità dell'evento e non come un'ulteriore opera d'arte.
Allo stesso modo la pubblicità della mostra non faceva apparire Tommaso Tozzi come l'artista. Il suo nome non appariva da nessuna parte e venica sostituito da quello dello sponsor: SIP.
In questa mostra Tozzi permette gratuitamente alle persone di creare relazioni con altri anonimi utenti attraverso il Videotel.
A questo aspetto di ricerca dell'interazione mediata dalla tecnologia telematica, in questo lavoro Tozzi affronta il tema della contaminazione virale dell'immaginario delle persone, così come il tentativo di far sparire l'opera d'arte presentandone una forma che viene scambiata per qualcos'altro.
Il motivo di quest'ultimo aspetto era la critica al sistema e al mercato dell'arte a favore di un'idea di arte/vita in cui l'opera per esistere non ha bisogno dei rituali e dei luoghi tradizionali del sistema dell'arte.
Inoltre, l'uso della pubblicità identificata con l'opera d'arte è per Tozzi il modo per denunciare come le opere esposte nelle mostre non si riducano per essere altro che pubblicità: pubblicità di merce vendibile da parte delle gallerie d'arte; pubblicità di ideologie, schemi e comportamenti sociali e culturali che si vuole imporre attraverso l'opera stessa.
Rinunciando alla propria identità di artista e alla presenza fisica di un'opera, sostituita dalla pubblicità di qualcos'altro, l'artista cerca di evitare di fornire nuova linfa vitale, nuovi oggetti d'arte, al perverso meccanismo su cui sopravvive il mercato dell'arte.
Per il pubblico della mostra l'opera di Tozzi non esiste, lasciando al suo posto un vuoto che sottolinea e svela al suo posto i meccanismi di confezionamento dell'evento e quali siano i veri soggetti dell'evento: le istituzioni culturali e artistiche e le imprese commerciali che attraverso l'evento artistico sviluppano le proprie strategie culturali e commerciali.
Collezione:
Genere artistico di riferimento:
Computer Art, installazioni multimediali, Arte subliminale, Hacker art